Campi Rom, disoccupazione, debito pubblico da Terzo Mondo, strade che si sgretolano, delinquenza giovanile, interi quartieri abbandonati, vita notturna colpita a morte per colpa di bigotti residenti del centro cittadino.
Cosa sono questi piccoli problemi in confronto alla necessità primaria del centrodestra torinese di cambiare nome a Corso Unione Sovietica, con conseguente disagio per più di 6000 cittadini che dovrebbero modificare documenti con costi per le anagrafi e motorizzazioni evitabilissimi?

La sterile, agostiana, tanto idealista quanto sciocca polemica sul nome “Corso Unione Sovietica” si ripresenta puntualmente ad ogni campagna elettorale e in periodi critici per il Comune di Torino. Inspiegabile come alcuni politici possano immaginare che ai torinesi interessi qualcosa del nome di un Corso, di una strada, tra l’altro tra le principali della viabilità. Viene da chiedersi se certe persone abbiano una minima idea del disagio quotidiano che i cittadini devono vivere in questo periodo storico. Tuttavia ci sarebbe da avere paura delle risposte, viste le premesse.
Chiedano ai residenti onesti di quartieri come Barriera di Milano, Madonna di Campagna, San Salvario, Porta Palazzo, Vallette e ai testimoni del degrado di Piazza Bengasi sempre più evidente, cosa pensano di questa importantissima proposta.
Un consiglio: non accusateli di populismo se vi indicano il nome del paese in cui andare a cambiare i nomi delle vie.

Fc

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L’ennesima ricerca americana sull’umanità ha scoperto un legame tra l’infelicità e la depressione e Facebook.
Tralasciando il fatto che i ricercatori hanno telefonato per un periodo di tempo cinque volte al giorno alle malcapitate cavie, pare che tra esse quelle più tristi passassero molto tempo sul social network e poco in interazione con altre persone, quindi il colpevole non è potuto essere altro che la creatura miliardaria del miliardario Zuckerberg. Il Tg5, regalandoci questa strepitosa notizia, ha chiuso il servizio con la supposizione che potenzialmente ci potrebbero essere un miliardo di depressi, “con le conseguenze che si possono immaginare”.

Tutto questo ci porta a pensare che il cattivo social network abbia peggiorato notevolmente le nostre vite, poco importa se riesce ad unire persone lontane centinaia e migliaia di chilometri, va combattuto per tornare alla felicità e alla spensieratezza dei tempi andati, prima del 2004, quando Facebook non esisteva e tutti stavamo bene.

Solo io trovo molto stupida questa ricerca e le sue conclusioni?

FC

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Uno ci spera davvero in quei desideri. Alzare gli occhi al cielo, vedere un detrito spaziale entrare in collisione con l’atmosfera e incendiarsi, esprimere un desiderio che qualche entità ascolterà ed esaudirà. Sarebbe davvero fantastico. Purtroppo la realtà è che siamo soli e i nostri desideri possiamo esaudirli solo grazie alle nostre capacità.
Amore, ricchezza, potere, benessere e salute. Quanto siamo banali, in fondo. Tutto quello che facciamo ogni singolo istante della nostra vita, è concentrato su queste cinque semplici parole.
Cerchiamo l’Amore perchè da soli proprio non riusciamo a vivere, quindi abbiamo il bisogno di qualcuno che ci completi, che riempia le nostre esistenze, le nostre giornate con problemi, sorrisi e tante piccole o grandi variabili che ci scostino dalla linearità della routine quotidiana.
Desideriamo la Ricchezza, perchè il detto “I soldi non fanno la felicità” lo riteniamo una grossa balla raccontata da qualche morto di fame o qualche ricco che non intendeva dividere il patrimonio con nessuno. I soldi forse non comprano la felicità, ma evitano molta infelicità causata dalla povertà.
Il Potere logora chi non ce l’ha, ci ha lasciato detto Andreotti. Quale verità più assoluta? Servono a poco i soldi senza il potere. La capacità di poter decidere delle vite altrui conquista chiunque.
Il Benessere è figlio di Ricchezza e Potere e permette a chiunque di non preoccuparsi della fine del mese, dei costi delle vacanze, dei pericoli di un quartiere. Il Benessere cancella ogni preoccupazione.
Infine, ultima ma non ultima, la Salute. Colei senza la quale nulla ha senso. Colei che dipende direttamente dagli altri elementi, ma senza la quale gli altri elementi scomparirebbero all’istante nello stesso istante.

Siamo pronti a lottare per loro, siamo pronti ad uccidere per loro. Siamo sciocchi esseri umani, se non ereditiamo questi “amici”, non esitiamo ad accoltellare alle spalle il nostro fratello per raggiungerli e faremmo ugualmente qualche colpo basso per mantenere i privilegi.
Siamo esseri umani e guardiamo dentro al nostro piccolo orticello, senza pensare che se allargassimo gli orizzonti saremmo tutti così innamorati, ricchi, potenti, benestanti e in salute che non dovremmo più preoccuparci di nulla, se non di continuare a collaborare fra noi per un mondo veramente migliore.

Discorsi da sognatore, pensati e scritti sotto un cielo di Agosto che non regala stelle cadenti anche se dovrebbe. Forse anche lui è un po’ umano.

FC

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Qui non si parla degli eccessi dei gay pride o della vita notturna, qui si parla di persone con gusti sessuali differenti. Persone come tutte le altre, con la sola colpa di amare una persona dello stesso sesso.
L’idea di amore non è legata ad una religione o ad un colore politico, non ci sono razze o linee di pensiero, l’amore è irrazionale ed unico in ogni sua forma. Ha un nome solo e rappresenta una cosa sola: il piacere di condividere la propria esistenza, o almeno una parte di essa, con un’altra persona.
Coloro i quali sono contro l’amore non possono davvero credere di essere nel giusto, ci deve essere altro, forse invidia, forse incapacità di amare nascosta dietro a ideali folli quali “La natura”, “Dio ci ha creati uomini e donne”, “Non è educativo”. Concetti che legano gli esseri umani ad odiare il più pulito dei sentimenti.
Non è possibile che nel 2013 dei giovani ragazzi siano costretti al suicidio perchè chiedono solo di amare. Non è possibile che coppie di amanti non possano unirsi in matrimonio o avere figli per la loro idea di amore. Tutti i più grandi pazzi della storia hanno avuto genitori eterosessuali, è un dato di fatto. Assassini, dittatori e pedofili hanno avuto genitori di sesso diverso, quindi a quanto pare l’eterosessualità nuoce all’educazione? No, come non lo fa l’omosessualità. È l’essere umano che fa la differenza.

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Testo riferito alla parte peggiore di una generazione. Se non ne fate parte, non offendetevi gratuitamente.

Sarà che sono nato negli anni ’80 e mi sento ancora lontano dalla cosiddetta maturità e vedo tutti quelli nati nei decenni precedenti come qualcosa di antico, ma c’è un tipo di persone che non riesco a sopportare: la schiera di cinquantenni che pensano di essere ancora adolescenti. Ben vengano i divertimenti, le bevute in compagnia e la confusione, ma la mancanza di dignità non riesco a concepirla.
Schiere di uomini nati negli anni ’50 che cercano di essere giovanili, vestendosi come i figli, parlando come loro, padri di famiglia che commentano i fondoschiena delle ragazzine, le curve di giovani che potrebbero essere tranquillamente loro figlie. Falsi ribelli che non riescono ad uscire dai binari, semplicemente perchè non ci sono le istruzioni su come farlo. Patetici esseri umani che vanno in giro per sport estremi con pance ponderanti nel weekend per dimostrare a chicchessia che possono ancora farcela, con risultati più vicini alla compassione che alla risata. Prestazioni sessuali vantate e millantate, situazioni che chiamarle squallide è poco e che alla fine si dimostrano essere gli ultimi colpi di una generazione che ha avuto tutto da genitori che hanno costruito dal nulla ed è riuscita a togliere qualsiasi speranza alla nostra grazie a giochetti liberali che hanno affossato il futuro ma ha permesso loro di vivere un decente presente. A volte nemmeno quello. Schiere di personaggi che lasciano l’amaro in bocca perchè non si riescono a trovare vocaboli diversi da “Patetico”. Ovviamente si parla di una percentuale di queste persone, le quali infangano anche chi nulla ha a che fare con certi comportamenti.

FC

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Sono un cittadino coreano. Del Nord, ma ormai poco importa. Intorno a me non c’è più nulla. Eppure il mio Caro Leader ci disse che eravamo potenti, che nessuno ci avrebbe potuto fermare. Che le nostre truppe avrebbero potuto sconfiggere qualsiasi esercito, anche quello americano. Non so nemmeno chi siano questi americani, ma non devono essere degli angeli a giudicare da quello che hanno fatto alla mia terra. Certo non deve essere andata come il Caro Leader predisse. Probabilmente quella bomba non avrebbe dovuto essere lanciata. Una bomba molto potente, che avrebbe raso al suolo questi americani. Non deve aver funzionato qualcosa perchè il giorno dopo la grande festa per il lancio arrivarono gli aerei. E le bombe. E il fuoco. E la morte. Tanta morte. Intorno a me ora c’è solo cenere e morti. Non ho più amici, ne moglie, ne figli. Tutti morti. Eppure il Caro Leader ci disse che eravamo invincibili. Forse aveva sottovalutato questi americani. O sopravvalutato se stesso.

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Adesso sono stanco, frustrato, nervoso, irritato. Ancora meglio: schifato. Non è bastato fare la figura della Repubblica delle Banane nella vicenda Maró. Non è bastato avere delle elezioni inutili senza risultati certi, non bastano le notizie sulla giustizia che ogni giorno ci fanno capire che viviamo in un Paese al limite della decenza, spesso sotto lo stesso. Adesso abbiamo anche i saggi.
Con gran colpo da maestro dell’illustrissimo Presidente NapolitAno, ci è toccata anche questa umiliazione. Non esiste un politico in grado di reggere il peso di un governo? Mettiamo vecchie cariatidi e diamogli l’appellativo di “saggi”. Ma qualcuno si rende conto che stiamo arrivando all’amaro, perchè la frutta è ormai passata? Quanto dovremo ancora subire queste umiliazioni da parte dei nostri cosiddetti governanti? Non ci stanchiamo proprio mai di essere presi in giro?
Una Nazione governata da un consiglio dei saggi. Roba da antica Grecia, da città-stato della mitologia, da villaggio afgano, da vergogna allo stato puro…
E di grazia, vorrei chiedere all’illustrissimo Presidente, cosa dovrebbero risolvere questi saggi, quali mosse argute ed innovative potranno inventarsi per risollevare il Paese? Escluderanno il Parlamento e decideranno tutto loro come conviene in qualsiasi città-stato?
Possiamo ancora pronunciare a testa alta la frase “Io sono italiano”? Basta accendere la televisione e scoprire che siamo in mano a dei saggi per avere la risposta.

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Onori del Fascismo

Pubblicato: 27 gennaio 2013 in Lettere & Riflessioni
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Rendo pubblico l’elenco delle cose positive del Fascismo, senza dimenticare gli errori e gli orrori del Ventennio, voglio solo ricordare gli onori.

1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 31842. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 31583. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 28414. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 6535. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 22776. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 7987. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 20558. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 13129. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 92810. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.139711. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 182712. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.176813. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 26414. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 192315. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 81716. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 104817. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.13818. Istituto Autonomo Case Popolari19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)

Non dovrebbe esserci colui che decide per noi. Frase fatta, certo. Chi non vorrebbe essere libero delle proprie scelte? Chi non desidererebbe svegliarsi la mattina ed avere la possibilità di decidere da solo il susseguirsi della giornata? Purtroppo abbiamo sempre chi decide per noi: in età prescolare i genitori, ai quali vanno aggiunti poco più tardi maestre e professori, poi arrivano i datori di lavoro e i capiufficio, persino allo stadio i capiultras vorrebbero importi il loro modo di guardare la partita. In età avanzata, quando finalmente sembra che una persona possa disporre del proprio destino, ecco che arrivano i grandi malanni ed allora sono i dottori a farla da padrona. Insomma non c’è un attimo di pace. Tuttavia…
Tuttavia una soluzione ci sarebbe e si chiama Coraggio.
Premettendo che non si potrà mai essere totalmente liberi, la mia idea è che si puó provare ad essere indipendenti. Il coraggio dell’Indipendenza porta a scelte difficili, talvolta apparentemente illogiche, sicuramente non comuni. Puó portare enormi cambiamenti nella vita di una persona, molte volte se ne traggono benefici tempo dopo aver preso la decisione di usarlo. Il coraggio è quello che ti fa alzare la mano per dire cosa non vada durante una riunione con il direttore, quello che non ti fa dire signorsì quando sarebbe il caso di farlo. Il coraggio è l’amico sincero che ti mangia dall’interno stimolando il tuo orgoglio se qualcosa non va come dovrebbe. Il coraggio è quello che manca a gran parte della popolazione mondiale e questa mancanza si vede nella vita di tutti i giorni: teste abbassate, facce incazzate, stress dilagante e, nel peggiore dei casi, suicidi e depressioni.
Il coraggio è quello che ci fa dire “Basta!” a tutto quello che ci circonda. La vita ci riempie di palliativi: la necessità di una bella vita, il denaro, la famiglia, il lavoro, il mutuo, i debiti, i conti da pagare, il campionato. Tutti motivi per cui nessuno puó seguire i propri sogni, perchè “Bisogna tirare avanti…”. Ma che cosa c’è da tirare avanti se non un’esistenza vuota con la testa abbassata? Si puó essere felici anche guardando negli occhi e dicendo qualche “No!”.

Coraggio, puoi!

FC

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La decisione coraggiosa di annullare la Maratona di New York sotto la pressione dell’opinione pubblica della Grande Mela, merita alcune riflessioni.
La prima fra tutte è la questione del perchè ci siano volute le voci indignate dei cittadini per far capire al Sindaco che i soldi e il dispiegamento di uomini e materiali per la logistica e la sicurezza della rassegna, sarebbero stati meglio utilizzati nel soccorso delle migliaia di persone colpite dal cataclisma. La risposta va ricercata probabilmente nel giro milionario in termini di consumi e turismo che male non avrebbe fatto alle casse della città.
La riflessione, tuttavia, più profonda che mi viene è: cosa sarebbe successo in Italia? Ho paura a dare una risposta perchè ho vive nella memoria le rovine de L’Aquila, dell’Emilia, il fango delle Cinque Terre e le voci inascoltate dei cittadini, il loro sudore e dignità mentre osservano le rovine delle loro case, mentre spalano il fango fuori da negozi e strade, mentre lo Stato è stato capace solo di speculare e promettere. Probabilmente in un qualsiasi luogo italiano si sarebbe corso comunque, poichè “lo spirito di comunione non puó essere fermato dalla tragedia”. In parole povere, avete perso tutto, non vogliamo perdere il business nonostante il vostro dolore.

FC